La situazione ha il pregio di essere chiara.
Il capitale finanziario e i grandi monopoli governano l'intero pianeta.
Il denaro, la produzione finalizzata all'accumulazione di denaro, la produzione di denaro dal denaro è il fine e il mezzo del loro dominio.
Di fronte al denaro, valore autoreferenziale, scompare ogni altro valore e ci si prepara a cancellare con la guerra le isolate zone di resistenza.
In questa fase suprema, che rischia di portare all'estrema catastrofe, il capitale ha gettato la maschera e non ha paura di mostrare con evidenza che non sono la giustizia, la libertà, la democrazia e tutte le altre invenzioni ideologiche i fini che devono orientare l'azione dei governi, ma solo ed esclusivamente la volontà dei mercati.
Tradotto in poche parole questo significa che il capitale vuole governare senza la mediazione della politica.
Questo processo è già in atto, nella pudica versione dei governi tecnici, cioè governi non eletti da nessuno che a nessuno rispondono, se non ai loro veri padroni, più o meno occulti.
Sono prove generali di dittatura e se non si arriverà alla dittatura conclamata, sarà solo se questi governi fantoccio riusciranno a trasformare la democrazia in un innocuo gioco di società.
Con l'adeguato appoggio del sistema di informazione potrebbero anche riuscirci, abbiamo già assistito, senza batter ciglio, al divieto di referendum imposto alla Grecia, assisteremo alla cancellazione del risultato del referendum sull'acqua, in Italia.
Si sta cercando di diffondere un'immagine nuova del buon cittadino: un bambino che lascia agli adulti il compito di decidere su cose più grandi di lui.
A vincere le ritrosie ci pensa la sceneggiata messa in atto dai guitti assunti dal padrone: Monti, advisor di Goldman Sachs, che è la padrona di Standard & Poor's, finge di indignarsi per il declassamento del rating italiano deciso da quest'ultima. Ma questa decisione ha il solo scopo di tenere più saldamente in sella i governi europei amici della banca pigliatutto.
In questo dramma c'è un dramma: i padroni del mondo non hanno assolutamente idea di come uscire dalla crisi che hanno innescato. Mostro mitologico che, divorato tutto, comincia ad autodivorarsi, il capitalismo cerca solo di guadagnare tempo. Après nous le déluge.
Una sola cosa gli è chiara, chi è il suo nemico.
Il nemico è quello di sempre: il lavoro, la classe operaia. Questo spiega la fregola incontenibile sull'articolo 18, mentre tale smania di licenziare sembra un po' fuori luogo in un momento in cui fin troppa gente perde già il lavoro.
In realtà lo sfondamento su questo fronte prelude a un successivo smantellamento dei capisaldi della nostra costituzione, ostacolo oggettivo alla reconquista capitalista.
I comunisti devono sapere già oggi che i margini di operatività democratica andranno progressivamente riducendosi.
Che ci sarà sempre un'emergenza, un meno peggio, un pianto della Fornero con cui mandare in cavalleria le ragioni della democrazia.
Che bisogna rassegnarsi all'idea che si va inesorabilmente verso scenari in cui i padroni, in questo momento all'offensiva nella lotta di classe, esigeranno e determineranno scenari e modalità differenti di scontro.
Che occorre cominciare a darsi una struttura organizzativa opportuna, a cominciare dalle fabbriche, per poter reggere l'urto.
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