Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani (Antonio Gramsci)

sabato 21 settembre 2013

ricordi personali

Di Milano i Paperoni, Campironi e Preatoni (per tacer di Berlusconi).


Chi sarà mai stato Ennio Campironi. Di lui ben poco è rimasto e non sappiamo neppure se è vivo o morto. Un risvolto di copertina delle Edizioni fiorentine Parenti ci consegna un suo commento del 1956 ad un libro di Aldo Capitini su Danilo Dolci: In Danilo l’Autore ha trovato la sua bandiera; il metodo di Gandhi, che poteva essere considerato tipicamente orientale,  è stato applicato in Sicilia con effetti insperabili e, dopo solo quattro anni di lavoro, Borgo di Dio, l’Asilo, la Università Popolare, il Consorzio per la irrigazione sono i tangibili effetti di una opera tenace e rivoluzionaria, di un amore sconfinato.
A quel tempo si occupava, dunque, di cose maledettamente serie, che rendevano, ahimè, ben pochi quattrini. Nel 1963 si occupa ancora di pacifismo e scrive un articolo su «Vie Nuove» in difesa dell'obbiettore di coscienza cattolico Giuseppe Gozzini. In quello stesso anno si occupa dell'ufficio stampa del teatro La Fenice di Venezia, in occasione del Passatore di Massimo Dussi. Molti anni lo separavano ancora dalla croce di commendatore, di cui verrà insignito nel 1981, su proposta dell'allora presidente del consiglio Forlani, e dalla tessera (888 Milano) della loggia P2, che aveva ottenuto l'anno prima, quando si occupava della segreteria amministrativa del Psi.
Che la commenda a Campironi sia stata uno dei portati secondari del patto del camper tra Craxi e Forlani lo evinco dalla mia memoria personale: nel il 1976 lavoravo a Milano, in via Puccini, presso una strana casa editrice. Campironi aveva il suo ufficio nello stesso stabile, e alla mia azienda, non doveva essere del tutto estraneo, oppure vi si sentiva legato per ragioni affettive, fatto sta che non disdegnava benevole visite, a cui il mio direttore, il compianto Piero Piazzano, reagiva con deferenza, non scevra di timore. Ma chi era, dunque?
Io a Piero lo chiedevo: potentissimo, mi rispondeva, con un prudente sussurro e poi aggiungeva quel nome, Craxi.
Ma se se ne cercano sue notizie, oggi si trova pochino. Di lui, ne parla Tassan Din, a proposito dei propri rapporti col «Corriere della Sera»: Comunque negli ultimi tempi volevano cacciarmi, me lo ha detto anche un certo Campironi, che era legato a Gelli e al PSI.
Il 26 maggio 1981 diversi deputati di sinistra rivolgono un'interpellanza al ministro dei trasporti, in merito alla nomina di Campironi a vicepresidente del Cit, malgrado sia emerso il suo coinvolgimento nella P2. Il ministro interpellato, Rino Formica, è membro della commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia di Gelli, ma non sembra averne, per ora, scoperto molto, infatti non ha difficoltà a sedere nello stesso governo del piduista, e compagno di partito, Enrico Manca. In ogni caso, il governo di cui è ministro si è dimesso il giorno precedente l'interrogazione.
Sul web, a ben cercare, si ritrova anche una sua fotografia, che merita d'esser vista. Si torna al 1972, Campironi presenta, in compagnia di due attricette (una delle quali destinata, ma sul viale del tramonto, a performance con Rocco Siffredi), la merendina Gong della Motta di cui come si apprende dalla didascalia, è capo servizio marketing. 

L'anno dopo, scrive una lettera a Raffaele Crovi, a quel tempo direttore dei programmi culturali della Rai milanese, ma non siamo in grado di dire se i suoi interessi vertano ancora su merendine e sexy stars.

Ultima citazione: in calce alla commemorazione di Craxi di un acido blog anticomunista, un anonimo ha taggato, a mo' di commento, due nomi: Ennio Campironi e Alvaro Luciani, anche quest'ultimo, funzionario dell'ufficio legale dell'Inps, era membro della P2 e revisore dei conti del Psi
Invano, di Campironi, si cercherebbero ulteriori notizie in rete, escludendo, naturalmente, le centinaia di blog che pubblicano, stantia primizia, lo stesso identico elenco degli affilliati di Gelli.
Ma per me, malgrado l'anonimato che lo ha ora inghiottito, resta il misterioso malommo di via Puccini, dove lavoravo alle dipendenze di Ernesto Preatoni.

Preatoni, già segretario della sezione socialista di Garbagnate, e attuale raiss di Sharm el Sheik, di Campironi deve saperne ben di più.

Nel 1976 il giovane finanziere è lanciatissimo, da cinque anni è il presidente dell'associazione dei consulenti finanziari e sembra saper piazzare bene i soldi che i clienti gli affidano. Eppure sono anni non facili, con inflazione galoppante e rigide restrizioni dei movimenti di capitale.
Uno degli investimenti, è appunto questa Euroguide dove lavoro.

Ma di come e perché, il prodotto di tale casa editrice, ad alta densità di dirigenti e collaboratori di area socialista, sembri essere stato studiato per diventare un'interminabile tela di Penelope,e di come, una volta faticosamente realizzata la mission, decise di chiudere i battenti, racconterò un'altra volta.

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