Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani (Antonio Gramsci)

lunedì 23 agosto 2021

KING KONG E' MORTO A KABUL

 

Il 16 Luglio 2021. Nel Centenario della fondazione del Partito Comunista Cinese si è svolta la Conferenza Internazionale da remoto dei partiti comunisti di tutto il mondo.

Nell'introduzione alla seconda parte del convegno si dichiarò esplicitamente che al di là dell'evento celebrativo si intendeva dar vita, nell'immediato futuro, a una sorta di struttura permanente di consultazione tra i vari partiti comunisti.

Cosa vuol dire, in una situazione di socialismo in un paese solo la costituzione di una sorta di Kominform?

Significa molte cose, ma la principale è che segna la fine della politica di basso profilo della Cina sul piano politico internazionale.

Nella stessa introduzione si dichiarava esplicitamente che il monopolio ideologico, economico e politico dell'occidente cedeva terreno di fronte al nuovo polo rappresentato dall'oriente.

Tradotto in soldoni ciò significava che la Repubblica Popolare Cinese affermava la propria volontà a svolgere il proprio ruolo di potenza regionale in Asia (ma non solo).

Non bisogna trascurare altri segnali: non molto dopo la conferenza il PCC imponeva una robusta correzione a quella che si potrebbe chiamare la NEP cinese, riallocando ingenti risorse dal privato allo Stato, e l'accumulazione in un paese socialista è sempre un pessimo segnale per i banchieri di Wall Street e i loro satelliti.

Il nuovo corso di Pekino si è rivelato con chiarezza nei giorni scorsi, quando a Kabul abbiamo assistito in replica a ciò che avevamo già visto all'Avana e a Saigon, la disperata fuga dei fantocci yankee, che lasciavano disperatamente a terra i propri tirapiedi, preferendo salvare, al loro posto, più utili sacchi di dollari.

Di fronte all'istantanea e incontenibile riapparizione dei Talebani, l'occidente ha avuto tempi di reazione estremamente lenti, ma soprattutto ha difficoltà a scatenare con la dovuta tempestività la strategia mediatica della caccia al mostro.

La caccia al mostro è un trucco vecchio. Già quando nel centro di Londra, a Whitechapel, si campava più di laudano e prostituzione infantile, che di pane e lavoro, e si lasciava campo libero all'hobby di Jack lo Squartatore, le buone dame inglesi preferivano costituire comitati per la redenzione dell'Africa selvaggia, pagana e cannibale. Le idee di queste buone signore, che erano funzionali a quelle mire di massacro, sfruttamento e saccheggio delle risorse che poi si concretizzarono nel colonialismo, si basavano sull'illusione che ci fosse qualcosa di vero (un dio, una morale, una civiltà) da opporre al falso e all'aberrante. Naturalmente tutto il vero era un prodotto occidentale.

Ci vollero gli anni 60 del XX secolo per scoprire che quel residuato di Illuminismo era una panzana e che aveva anche un nome, etnocentrismo.

Ma a quei tempi c'era l'URSS. Poi, come si sa, morto il gatto i topi tornano a ballare.

Così bastò un attimo per trasformare da un giorno all'altro gli eroici Talebani che avevano tenuto in scacco i Sovietici, in una banda di predoni sanguinari, sadici e fanatici, applicando loro, collettivamente, l'identikit a suo tempo forgiato per Beria.

Adesso, però, il trucco stenta a funzionare, perché a metterci becco in quell'area ci sono i Cinesi e un po' di prudenza è d'obbligo.

Se ne avvantaggeranno in molti, a cominciare dalla Siria, ma anche, forse, più vicino a noi, dove forse qualche patriota incomincia a far calcoli sulla mole di traffico sopportabile dall'aeroporto di Kiev.

Ma qualcosa ci guadagniamo anche noi, come le zitelle inglesi dovettero abbandonare i sogni di evangelizzazione dell'Africa per mettersi a cucinare la minestra per i poveri, così anche qua qualche maîtresse à penser, pronta a indignarsi per lo stupro culturale rappresentato da una volante della polizia e un paio di assistenti sociali, calati in un campo Rom per accertare le condizioni in cui vivono donne e bambini, ma altrettanto certe che in Afganistan ci vogliono i carrarmati e i cacciabombardieri, torneranno a scrivere ricette su Annabella.

Ci vorrà un po', ma sarà così.

  


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