Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani (Antonio Gramsci)

martedì 7 ottobre 2014

tfr, proposta iniqua, idiota e irresponsabile

Il ridicolo espediente di mettere in busta paga i soldi delle liquidazioni dimostra inequivocabilmente una cosa, che si sente il bisogno di fare politiche anticicliche, mentre UE e BCE si ostinano nell'austerità prociclica.
Ma il succube governo nazionale non ha il coraggio di finanziarle in deficit e si arrabatta affinché siano gli stessi lavoratori a finanziare la ripresa.
L'idea non è originale, ricalca quella recente del leader conservatore David Cameron che ha cancellato l'obbligo di reinvestire i risparmi pensionistici in nuovi strumenti assicurativi.
Si cerca, dunque, in controtendenza con quanto sostenuto ossessivamente fino ad ora (cosa lasceremo ai nostri figli?), di dirottare risorse dal risparmio ai consumi.
Qui da noi, si è pensato di attingere da ciò che costituisce una forma di risparmio forzoso, il tfr.
Intanto, bisognerebbe verificare se tali fondi sono stati effettivamente accantonati. Lo stato, ad esempio, non lo fa (a proposito, il provvedimento si estende agli statali?).
Ma anche chi li accantona, non li mette sotto il materasso, li utilizza per autofinanziarsi a tasso inferiore di quello bancario.
C'è chi li riveste in azienda e chi li utilizza per farsi la villa al mare, ma in ogni caso, quei soldi sono impiegati.
Siccome i soldi non si raddoppiano con facilità, se vanno in busta paga, non restano al padrone, con la conseguenza che il provvedimento non rilancerà i consumi, ma si limiterà a spostarli: si compreranno più divani, ma meno macchine utensili, si faranno più abbonamenti alle palestre, ma servirà meno cavo elettrico, e così via.
Dunque, sul lato dei consumi, il saldo non cambierà, mentre su quello dell'occupazione, potrebbe diventare anche negativo. Infatti, se il produttore di divani, per l'aumentata domanda, potrebbe aver bisogno di un operaio in più, quello che fa macchine a controllo numerico, stretto tra contrazione del mercato e aumentato fabbisogno di finanziamento bancario, potrebbe decidere di licenziarne due.
Riassumendo la proposta è: 
  • iniqua, perché fa finanziare la ripresa a stipendi e salari e non a profitti e rendite;
  • idiota, perché non creerà consumi, ma si limiterà a spostarli;
  • irresponsabile, perché invita alla volatilizzazione di un risparmio che potrebbe essere l'unica speranza di edulcorare la miseria certa garantita, alla fine della vita lavorativa, dal passaggio dal retributivo al contributivo.




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