Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani (Antonio Gramsci)

sabato 28 giugno 2014

Una biografia esemplare

C'è una tradizione estremista della Seconda Internazionale che si può riassumere nella parola d'ordine: massimo di movimento, minimo di politica.
Il trotskismo e il socialismo rivoluzionario italiano si rifanno a questa tradizione dagli esordi rivoluzionari e gli esiti socialdemcratici.
Carlo Andreoni (Giaveno, 1901 – Roma, 1957
Già esponente del Partito Socialista Unitario, il 10 gennaio 1943 partecipa alla fondazione, a Milano, del Movimento di Unità Proletaria, e dal 23 agosto dello stesso anno dà vita con altri al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria.
Successivamente, dal novembre 1943, guidò il movimento partigiano di Roma, al quale collaborò attivamente con Aldo Finzi che, arrestato, fu fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944.
Il 6-7 gennaio 1945 la Frazione di Sinistra dei Comunisti e dei Socialisti Italiani organizzò a Napoli un Convegno delle Sinistre, al quale, oltre a formazioni minori, parteciparono Bandiera Rossa e i socialisti rivoluzionari, che seguivano Andreoni. In quell’occasione, furono presentate le tesi programmatiche, con il titolo "Per la costituzione del vero partito comunista", in cui si prospettava lo sviluppo di una situazione rivoluzionaria.
Tra l’estate e l’autunno del 1946 dirige il Movimento di Resistenza Partigiana (MRP), formazione eterogenea che raccoglie in prevalenza partigiani libertari, azionisti, matteottini, oltre che sbandati in genere che, sentendo traditi gli ideali della Resistenza, risalgono in armi sulle montagne.
Ma nel 1948 è già direttore del quotidiano socialdemocratico L'Umanità
Dopo il 1953 collabora col movimento anticomunista Pace e Libertà di Luigi Cavallo e Edgardo Sogno.

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