Si ha un bel parlare di antipolitica, il problema è che ci si deve liberare di certa merda.
Nel frattempo, la sinistra è meglio che le elezioni le perda, o le lasci vincere a Grillo.
Un bell'esempio di come sia più utile perdere le elezioni ce lo fornisce, caso di scuola, Piero Fassino, l'uomo senza qualità che deve alla propria mediocrità un'inarrestabile carriera.
Il primo maggio ultimo scorso, una provvida carica preventiva, e immotivata, della celere, gli permise di tenere il suo comizio al riparo dei fischi dei ragazzi dei centri sociali.
Egli se ne rallegrò, essendo costoro, quelli che avevano lanciato i bulloni contro Luciano Lama. All'inopportuno rilievo per cui, per ragioni anagrafiche, ciò non poteva esser stato, avrà ribattuto, come quel celebre lupo: allora saranno stati i loro padri.
Purtroppo il comizio in questione fu egualmente disturbato dai fischi, ma di gente comune, e anche di una certa età.
Anche i cretini, con l'esperienza, imparano.
Per questa ragione, al convegno di ieri organizzato dal PD torinese su la scuola che cambia, ha diffidato dell'apparente innocuità della platea - maestre d'asilo e genitori di scolari - che avrebbero voluto fargli qualche domanda sulla sua politica di privatizzazione dei servizi per l'infanzia cittadini.
Farli bastonare, anche chiamando i boja della diaz, non era possibile, così ha preferito tagliare la corda lui, al momento del dibattito.
Passato Fassino, la sinistra a Torino starà in castigo per un decennio, ma all'ex sindaco non sarà negata, per finir la carriera, una poltrona nel consiglio d'amministrazione della Fondazione Intesa San Paolo.
Del resto, come è ben noto, avere una banca è sempre stato il suo sogno.
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