Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani (Antonio Gramsci)

sabato 16 febbraio 2013

Bersani

è in malafede:

Bersani mi offrì di restare a Palazzo Chigi per evitare la mia lista. 
Le rivelaizoni in un fuorionda.

sabato 9 febbraio 2013

dividere per unire

espellere i cretini dalla sinistra

è urgente espellere i cretini dalla sinistra.
il cretino è quello che dice che monti è sempre meglio di berlusconi,
il cretino è quello che tifa per hollande, il commesso francese delle banche, 
il cretino è quello che sbava per la foto di vasto,
il cretino è lì, col cappello in mano, pronto ad accontentarsi di briciole, riempendosi la bocca con paroloni come: responsabilità.
  bisogna tornare a 

VOLERE TUTTO!

banchieri e padroni devono cagarsi addosso
a noi non ce ne frega niente dei mercati, dell'europa, dell'inflazione e della crisi, sono tutti problemi di chi ha i soldi.

PROGRAMMA ELETTORALE

USCITA DALL'EURO
REINTRODUZIONE DELLA SCALA MOBILE
NAZIONALIZZAZIONE DI BANCHE E ENERGIA
TASSA PATRIMONIALE DEL 70% SUI GRANDI PATRIMONI 
DIFESA DEL PATRIMONIO NAZIONALE INDUSTRIALE (DIVIETO DI DELOCALIZZARE)
DIFESA DELLA RICCHEZZA NAZIONALE (DIVIETO DI ESPORTARE I CAPITALI)
ABOLIZIONE DI OGNI FORMA DI PRECARIATO
REQUISIZIONE DELLE ABITAZIONI SFITTE
REINTRODUZIONE DELL'EQUO CANONE
RAZIONAMENTO DELLA BENZINA
COSTRUIAMO UN PARTITO COMUNISTA CHE ABBIA QUESTI OBBIETTIVI

martedì 5 febbraio 2013

sondaggi e/o oroscopi

Aveva già scelto il nome da assumere dopo la consacrazione elettorale del 18 brumaio: Montinapoleone III, anche in omaggio al salotto buono della Milano, un tempo da bere e da tempo mangiata, che ha propiziato la sua resistibile ascesa.
Ma dai sondaggi giungono note stonate a inquinare la marcia trionfale scandita dall' incontenibile fanfara dei suoi mille tromboni.
In verità, il professor Monti ha sempre saputo di godere unicamente del consenso di quel 10% della popolazione che detiene il 90% della ricchezza nazionale, ma nella sua approssimativa concezione bocconiana della democrazia, pensava che ciò fosse sufficiente per farsi assegnare il 90% dei seggi.
Gli hanno spiegato che non è così.
Deluso dai sondaggi, il buon ragioniere cerca conforto negli oroscopi.
Smobilitata l'orchestra, i tromboni si sono riciclati nel ruolo di aruspici e traggono vaticinii dal volo degli spread.
Il metodo di divinazione non è troppo difficile: se lo spread scende il merito è di Monti, se sale è colpa di Berlusconi.
Qualora lo spread dovesse impennarsi nel corso di una delle non rare fasi catalettiche del masaniello di Arcore, la colpa andrebbe attribuita, allora, a Vendola.
Così se la cantano e se la suonano con il beneplacito di certe cancellerie straniere, inclini a pensare che, in fin dei conti, il modo migliore per regolarizzare l'Italia sarebbe quello applicato in Libia o in Mali.
L'arrogante consonanza di accenti delle élites nazionali ed estere si fonda sul disprezzo per un popolo che, pur  sopportando troppo da troppo tempo, sembra ancora esitare a scatenare una sacrosanta e necessaria rivolta.
Le illuminate massonerie d'Europa si aspettano ben poco da chi non fece le guerre di religione, nicchiò nel '79 e accese fuochi di paglia nel '48.
Ma alla lungimiranza si associa spesso la presbiopia, giacché - a ben guardare - in tempi più recenti, un 25 aprile c'è pur stato, a dimostrare che, quando supera certe soglie di disperazione e esasperazione, anche il popolo italiano è in grado di procurarsi le opportune carogne, nelle cui viscere non solo  leggere, ma anche scrivere il proprio destino.

 
  
 
 

lunedì 4 febbraio 2013

difesa della sovranità nazionale, difesa della libertà di voto


Chi scrive non solo ha lottato strenuamente contro Berlusconi, il suo governo e il significato simbolico del suo dominio, ma non sempre ha saputo condurre questa lotta sul piano legale, subendo, in conseguenza delle sue azioni una pesante condanna penale.
Ma nell'apprendere che un ulteriore balzo del famigerato spread (che in realtà non ha mai smesso di altalenare) viene imputato alle recenti esternazioni dell'uomo di Arcore, sente il bisogno di levare la voce per difendere il diritto di Berlusconi, come di tutti, di dire quel che ritiene opportuno, soprattutto in campagna elettorale.
Saranno gli Italiani, e nessun altro, a decidere nell'urna di dare o negare credito alle sue proposte.
Ma chi ha a cuore la libertà e la democrazia non può tollerare che i burattinai della finanza internazionale si ingeriscano negli affari interni del nostro paese con manovre che hanno la valenza di veri e propri atti di guerra.
Soprattutto non si può sopportare oltre lo squallido sotterfugio per cui si scrivono lettere a Milano o a Roma, ma si va a imbucarle a Bruxelles o a Londra.
Di fronte a questi attentati alla nostra indipendenza nazionale e alla nostra democrazia non bisogna avere esitazioni nel mettere sotto accusa l'ignobile quisling della finanza internazionale, quel professor Monti che minaccia interventi destabilizzanti dei mercati, qualora noi si voti troppo a sinistra o troppo a destra.
Come un papa del Rinascimento, il professore minaccia l'intervento straniero a sostegno del suo diritto di governare senza il consenso.
Al suo fianco, devoti camerieri segreti, i campioni di una stampa, indipendente, ma tradizionalmente ligia alle pretese dei padroni di turno.
Al prossimo balzo dello spread addebitato a Berlusconi, non avrò dubbi e voterò per lui.
 
  
 
   
 
 

domenica 3 febbraio 2013

elezioni a Paperopoli

Elezioni a Paperopoli


io vivo di colpi di fortuna rigorosamente esentasse e so cosa votare




yuk … 5 stelle, naturalmente .., son mica scemo...




io ho solo tanti crediti e quindi voto per chi fa pagare i debiti




io voto per un genio incompreso come me




non ho problemi economici, sono intelligente e noioso, cos'altro dovrei votare?




io voto contro quei pelandroni di immigrati




io voto come tutti i precari, gli sfruttati e gli incazzati



sabato 2 febbraio 2013

narcisismo e impotenza politica

Quando la piccola borghesia vuol far da sé, ci si possono aspettare anche guai seri.
Questa classe sociale è infatti sensibile alle lusinghe dei populismi fascistoidi.
Alla ricerca del castigamatti, ieri votò Lega e oggi voterà Grillo, anche perché, come è ovvio è molto più facile prendere a calci in culo un immigrato marocchino, che un banchiere svizzero.
Ma anche quando sembra dirigersi nella direzione giusta, la piccola borghesia sembra accendere fuochi di paglia che si consumano in un fiat (e nel congiuntivo latino, fattosi acronimo, si nasconde, come in un racconto di Poe, la soluzione del problema).
Tale fu il destino degli indignados in Spagna e di occupy wall street negli States. Da noi si è vista sorgere un'ALBA che pare volgere in un rapido tramonto.
Autoreferenziali e narcisisti, questi movimenti sembrano dileguarsi nell'infinito virtuale generato dal dionisiaco gioco di specchi che in se stessi si specchiano.
Applicando alla politica la logica di McLuhan esauriscono nel metodo il contenuto, inventando un simpatico gioco di società che però, dopo un po', annoia. 
Sulla meteora di Occupy Wall Street ha scritto una bella analisi Thomas Frank sulla rivista americana The Baffler, che è stata tradotta in francese sul numero di gennaio di Le Monde diplomatique.
La versione italiana è sul numero in edicola dell'edizione italiana di LMD.

Thomas Frank, To the Precinct Station: How theory met practice …and drove it absolutely crazy in The Baffler
Thomas Frank, Occuper Wall Street, un mouvement tombé amoureux de lui-même in Le Monde diplomatique
 

venerdì 1 febbraio 2013

due verità e una differenza


  • Vendola dice che dopo le elezioni Rivoluzione Civile si frantumerà nei partitini che hanno concorso alla sua formazione. Ed è vero.
  • Ingroia dice che dopo le elezioni Vendola dovrà convivere in un governo sbilanciato a destra, alleato con Monti. Ed è vero.
  • La differenza tra i due è tutta nelle intenzioni.
  • Vendola si propone di andare al governo e lì si governa per tutti;
  • Ingroia, per quanti voti possa prendere, sarà all'opposizione, dove si rappresenta qualcuno.
  • Lasciare i ceti sociali più deboli senza rappresentanza, nelle spire della crisi economica, è un rischio che può essere disastroso per la democrazia.
  • perciò voto Rivoluzione Civile.