Chi scrive non solo ha lottato strenuamente contro Berlusconi, il suo governo e il significato simbolico del suo dominio, ma non sempre ha saputo condurre questa lotta sul piano legale, subendo, in conseguenza delle sue azioni una pesante condanna penale.
Ma nell'apprendere che un ulteriore balzo del famigerato spread (che in realtà non ha mai smesso di altalenare) viene imputato alle recenti esternazioni dell'uomo di Arcore, sente il bisogno di levare la voce per difendere il diritto di Berlusconi, come di tutti, di dire quel che ritiene opportuno, soprattutto in campagna elettorale.
Saranno gli Italiani, e nessun altro, a decidere nell'urna di dare o negare credito alle sue proposte.
Ma chi ha a cuore la libertà e la democrazia non può tollerare che i burattinai della finanza internazionale si ingeriscano negli affari interni del nostro paese con manovre che hanno la valenza di veri e propri atti di guerra.
Soprattutto non si può sopportare oltre lo squallido sotterfugio per cui si scrivono lettere a Milano o a Roma, ma si va a imbucarle a Bruxelles o a Londra.
Di fronte a questi attentati alla nostra indipendenza nazionale e alla nostra democrazia non bisogna avere esitazioni nel mettere sotto accusa l'ignobile quisling della finanza internazionale, quel professor Monti che minaccia interventi destabilizzanti dei mercati, qualora noi si voti troppo a sinistra o troppo a destra.
Come un papa del Rinascimento, il professore minaccia l'intervento straniero a sostegno del suo diritto di governare senza il consenso.
Al suo fianco, devoti camerieri segreti, i campioni di una stampa, indipendente, ma tradizionalmente ligia alle pretese dei padroni di turno.
Al prossimo balzo dello spread addebitato a Berlusconi, non avrò dubbi e voterò per lui.
Nessun commento:
Posta un commento