Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani (Antonio Gramsci)

venerdì 8 marzo 2013

gli otto punti di Bersani (2)

L'idiozia della tracciabilità
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Uno dei punti qualificanti (e annoso refrain) del programma di governo di Bersani è quello sulla tracciabilità dei contanti.
Il vero intendimento di questo provvedimento è quello di fare un passo avanti sulla via della virtualizzazione del denaro (dei poveri), una strategia che forse, prima del problema Montepaschi, sfuggiva, nella sua interezza, ai democratici nostrani.
Su questa strada si era già mosso l'amico Monti, stroncando le velleità riciclatorie di salariati e pensionati a € 1.000 (mille) mensili, notori volani dell'economia sommersa.
All'obiettivo principale di concentrare il contante onde sottrarlo alle prodighe tasche dei poveri, si accompagna, in alcuni paesi del terzo mondo e in Italia, la golosità predatoria delle borghesie sottosviluppate, che non rinunciando a balzelli e commissioni, affidano ai decreti - in barba all'idolatria del mercato - ciò che altrove si persegue con la convenienza dei consumatori.
Monti e Bersani possono continuare a raccontarci che gli immensi depositi nei conti correnti dei paradisi fiscali, si formano, centesimo dopo centesimo, dalle tasse evase sulle tazzine di caffé, e possono continuare a scatenare la guardia di finanza negli esercizi commerciali, non debbono pretendere, però, di convincerci.
Trascurando la questione dei proventi della malavita (rispetto alla quale, ci sembra comunque difficile ipotizzare un utilizzo del bancomat per pagare le prestazioni di una prostituta o la bustina di cocaina), le recenti cronache hanno riportato alla ribalta la vera essenza del problema.
Se ci sono banche che pagano percentuali milionarie su transazioni rovinose, o se grandi aziende pagano tangenti milionarie, per corrompere solerti funzionari, non ci si venga a raccontare che tali somme provengono da tesori liquidi nascosti sotto i materassi.
Sono cifre enormi, occultate dai bilanci e dal fisco mediante l'utilizzo - magari improprio - di procedure che sono comunque legali.
Monti, Tremonti e Bersani le conoscono perfettamente, ma si guardano bene dal porvi mano, perché la loro politica si riduce al misero ambito amministrativo concesso loro dai poteri forti.
Più facile, infierire sui deboli, aizzandoli gli uni contro gli altri e perseguendo il controllo totale delle loro esistenze.
Il fascismo del terzo millennio arriva dalle tecnocrazie e non certo dai populismi grillini o dalle nostalgie di casa pound.   
  

gli otto punti di Bersani

In Italia sono i padroni a star male
Lo si desume dai punti del programma di governo del PD, infatti: 
- al primo posto, con emissione di titoli di stato ad hoc, il pagamento alle imprese dei debiti delle pubbliche amministrazioni.
Naturalmente siamo d'accordo che tali debiti vengano pagati, ma ci si chiede se questa sia la manovra urgente da fare in un paese con il 15% di poveri e il 40% di inoccupati.
Forse è perché questi poveri sono già abituati alla miseria, e i padroni no.
- un altro punto qualificante è la riduzione del costo del lavoro stabile. Una buona idea per disincentivare il ricorso al precariato. Si poteva farlo gratis, abolendo la legge Biagi e decretando che il precariato è indegno di un paese civile. Ma significherebbe far prevalere le ragioni morali su quelle economiche, che è  come pretendere che la Tailandia rinunci alla prostituzione infantile, infischiandosene del turismo. Con simili posizioni conservatrici bisogna farla finita, meglio ridare alle imprese un po' di soldi delle tasse, che tanto ci sarà sempre qualcun'altro a cui farle pagare.
- quello che sembra un passo avanti è il salario minimo, ma in realtà è un passo indietro, perché, fino a poco tempo fa c'era già, garantito dalla validità  erga omnes dei contratti di lavoro. Per ripristinarlo, bastava abrogare il famigerato art. 8 del decreto Sacconi. Ma si dava un dispiacere a Marchionne, dal quale a quanto pare, ci aspettiamo ancora grandi cose.
Se esaminiamo la filosofia che sta dietro a questi tre provvedimenti, non fatichiamo a identificare il dogma (ormai stravecchio) di Reagan e della Tatcher, secondo il quale, i poveri possono vivere solo delle briciole dei ricchi. Coerentemente all'assunto, per migliorare il tenore di vita dei poveri, bisogna aumentare la quota di ricchezza dei ricchi.
Bravo PD! Bravo Bersani! Ma più bravo Grillo, che vi manda tutti a casa!
   

martedì 26 febbraio 2013

la cura Monti

I fondamentali dell'economia 

PIL -2,20%
inflazione +0,20%
disoccupazione +5%

bilancio


ai giovani, gli ho fatto capire che sarebbero rimasti precari o disoccupati ...
ai lavoratori, ho fatto capire che continueranno a subire tutti i ricatti, senza tutele contro i licenziamenti arbitrari ...
agli anziani ho fatto capire che andranno in pensione sempre più tardi, con pensioni sempre più misere ...
e, loro, pensa un po', non mi hanno votato!   

domenica 24 febbraio 2013

appuntamenti

Giovedì 28 febbraio 2013 – ore 21 
al Teatro Nuovo di BORGOMANERO 


da Mercoledì 27 febbraio a domenica 10 marzo 
alla Scuola Media di ROMAGNANO SESIA – Vicolo Asilo, 3 
 Sabato 2 marzo – ore 20,45  
Rappresentazione teatrale e video testimonianza di una superstite dell’incendio. da lunedì 11 marzo a lunedì 25 marzo 

Scuola Media di ROMAGNANO SESIA – Vicolo Asilo, 3  
LA DONNA NELLA RESISTENZA – Mostra fotografica   


LA DONNA NELLA RESISTENZA – Mostra fotografica  

Una mostra per ricordare il ruolo importante della donna nella Resistenza. Non solo staffette ma anche partigiane combattenti.
Una storia taciuta e sottovalutata. Una mostra ricca di documentazione e di immagini storiche.
Venerdì 15 – ore 20,45 proiezione del documentario
BANDITE – Regia di Alessia Proietti e Giuditta Pellegrini
Esibizione del CORO PIZIO GRETA dell’ANPI di Fontaneto d’Agogna

sabato 23 febbraio 2013

Cosa si può fare col voto utile

3 febbraio 1999 Abdullah Öcalan è accusato di tradimento ad Ankara, il processo si concluderà con la sua condanna a morte.
Una pagina di storia vergognosa a cui ha contribuito anche il nostro paese, ma senza l'aiuto di Berlusconi.
Öcalan giunse a Roma il 12 novembre 1998 accompagnato da Ramon Mantovani, deputato di Rifondazione Comunista. Il leader del PKK si consegnò alla polizia italiana, sperando di ottenere in qualche giorno asilo politico. Ma la minaccia di boicottaggio verso le aziende italiane spinse il neo-formato governo D'Alema a ripensarci.
La concessione dell'asilo spettava alla magistratura, che infatti lo riconobbe, ma troppo tardi. Gli affari italiani in Turchia non potevano aspettare e D'Alema si era già affrettato ad espellerlo.
Rapito in Kenia, dove era riparato, fu torturato, processato sommariamente e condannato a morte.
La pena è stata commutata in ergastolo nel 2002 allorché la Turchia ha abolito la pena di morte. Da allora è l'unico detenuto dell'isola-prigione di İmralı.

domenica 17 febbraio 2013

A proposito di voto utile: Romano Prodi

Romano Prodi. Qualcuno, chissà perché, lo ricorda con nostalgia. E' gente di poca memoria, infatti addebita il siluramento del suo governo ai comunisti, dimenticandosi che fu Mastella a fargli mancare la maggioranza. Certa gente dovrebbe ogni tanto rinfrescarsi la memoria. Su Prodi potrebbe cominciare da quando era presidente dell'IRI e giocava con i soldi nostri. Si potrebbe, ad esempio, ripensare alla (s)vendita dello SME a Carlo De Benedetti per 437 miliardi. L'affare non andò in porto per l'opposizione di Craxi. Lo stesso SME fu poi venduto spezzettato, otto anni dopo per 2044 miliardi. C'è chi giura ancora oggi che sarebbe stato un buon affare cederlo a De Benedetti per meno di un quarto di quell'ammontare. Stiamo attenti, perché quelli che dicono queste cose contrarie al buon senso si definiscono "tecnici".
Sulla vicenda c'è una nota della Commisione Europea (http://ec.europa.eu/archives/commission_1999_2004/prodi/pdf/sme_backgr_it.pdf) che dà, con molte acrobazie, ragione a Prodi. 

Quando fu redatta questa nota i comissari europei erano Romano Prodi e Mario Monti.