Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani (Antonio Gramsci)

giovedì 17 gennaio 2013

l'isola che non c'è

Sancho, tu sarai governatore di un'isola...

E il povero Sancho abbozzava e incassava legnate in attesa dell' isola.
La tattica dilatoria di Chisciotte è parsa buona anche alla nostra sinistra  che, ogniqualvolta  ha avuto accesso al potere, non ha mancato di varare un'opportuna politica dei due tempi, cioè bastonate subito, in vista di un'isola domani.
La scusa, per rimandare tutto a un secondo tempo ( che non c'è mai), sarebbe buona, se non fosse sempre la stessa da 50 anni.
Prima, infatti, come ci hanno spiegato Amato, D'Alema e un paio di Prodi, è necessario recuperare l'evasione fiscale.
Di tale evasione si sa praticamente tutto, a partire dal suo ammontare, si ignora solo il nome degli evasori.
Naturalmente solo un coglione come Sancho Panza può credere che si possa stimare con sufficiente precisione la cifra dell'evasione, senza avere la minima idea di chi siano gli evasori. Il rischio è che la storia finisca per assomigliare troppo a quella di Cervantes, dove Chisciotte non negava l' isola a Sancho per cattiva volontà, ma per il semplice fatto che essa non era mai esistita.
Vi immaginate che sorpresa se si scoprisse che l'evasione non c'è o che è molto inferiore alle cifre che si sparano a vanvera?
E così sembrerebbe essere, giudicando dai sistemi messi in atto per snidarla.
Si scatena la Guardia di Finanza alla caccia degli scontrini, come se, a forza di omesse denunce degli 80 centesimi di un caffè, si potessero costituire grandi capitali da depositare nei paradisi fiscali.
Alla gente questa parodia della lotta di classe piace: forza, tutti contro i bottegai!
Ma è un dejavu, prima ancora Brunetta ci aveva scatenato contro gli impiegati delle poste scansafatiche e le maestre fannullone: la lotta tra poveri fa dormire sonni tranquilli a chi  ricco è per davvero.
Allora si passa alla lotta contro il riciclaggio (che, ad esser seri è l'unico modo per fiscalizzare parzialmente i proventi della malavita). Benissimo, approviamo, prevalga la morale!
Ma come si fa questa lotta? Facilissimo, obbligando tutti quelli che hanno uno stipendio o una pensione superiore ai 1000 (mille!) euro alla tenuta di un conto corrente.
La cosa andrebbe spiegata, e ci sono due ipotesi:
  • lo stato paga le pensioni con i soldi della mafia e il pensionato riscuote alla posta denaro sporco;
  • il pensionato (a mille euro) ritira il suo denaro pulito dalla posta e lo consegna alla mafia, ricevendone adeguato compenso. 
Per carità di patria, propendiamo per la seconda ipotesi, ma ci chiediamo: cosa mai impedisce al pensionato, il giorno dopo l'accredito, di ritirare in banca, come prima faceva alla posta, il suo denaro pulito, per poi consegnarlo, previa adeguato compenso, alla mafia?
Evidentemente nulla, dal che si evincerebbe che Monti, se è davvero un tecnico, si è certamente diplomato alla Scuola Radio Elettra.
Ma le cose non stanno così, il vero intento di questo (e prossimi) provvedimenti è quello di ritirare dalla circolazione più denaro possibile.
Benissimo, si dirà, anche così si ottiene il risultato di impedire il riciclaggio e l'evasione fiscale. Vero, e già ci immaginiamo lo spacciatore al dettaglio e la prostituta di strada, attrezzati per i pagamenti con carte di credito. Dunque non ci raccontiamo palle, o si abolisce definitivamente il denaro, o le cose continueranno come prima, con qualche fastidio in più per il cittadino onesto e cospicui maggiori profitti per le banche.
Già, perché Monti non ci dice che in nessun paese europeo esistono vincoli simili nell'uso del contante. Se all' estero si usano di più carte di credito o bancomat, è perché la cosa conviene ai consumatori di quei paesi.
Qui, questo aspetto non viene preso in considerazione e il liberista Monti, pronto a difendere il mercato quando serve a mettercelo in culo, in questo caso, sulle leggi di mercato sorvola, e riscopre il dirigismo (verso il basso).
E Bersani gli scodinzola attorno.
Le banche, dopo qualche finta iniziale, incasseranno regolarmente le commissioni per i conti correnti obbligatori decisi dallo stato. Si tratta di un benefit secondario, dovuto al miserabile istinto predatorio della borghesia italiana, il regalo di Monti era, nei suoi intendimenti, un altro.
Aumentando l'uso di denaro virtuale, infatti, mette ogni banca nelle condizioni di battere moneta (falsa), senza l'inconveniente noioso dei numeri di serie, che misero nei guai, a suo tempo, la Banca Romana.
Che fine farà il denaro vero? Un tempo, la cartamoneta rappresentava l'oro, e veniva lasciata volentieri in mano anche ai poveracci, i ricchi si tenevano l'oro.
Oggi non rappresenta niente se non se stesso. E qui sta l'inghippo. Il significante è diventato significato ed è l'unico indicatore materiale di ricchezza. 
Siamo quindi ad una doppia circolazione: soldi veri per pochi e soldi virtuali per tutti gli altri.
I soldi veri, nelle mani di chi non ha bisogno di spenderli, se ne andranno alle Cayman, o in altro simile paradiso fiscale e riappariranno solo a fine bluff, quando si scoprirà che le banche hanno ipotecato, con il loro falso denaro virtuale, un paio di secoli di PIL mondiale.
Ecco, i paradisi fiscali. Monti dovrebbe conoscerli, se non come correntista, come banchiere, ma se non li conosce, può chiedere a Lamberto Dini, che chiederà a sua moglie.
Crede davvero, Mario Monti che in quelle ben custodite casseforti ci siano i soldi dei bottegai?
Solo noi poveri possiamo pensare che certi patrimoni si accumulino evadendo con pazienza i 5 o 6 centesimi di tasse su un caffè, Monti non dovrebbe.
Lui dovrebbe sapere, che se si parla di tangenti a proposito di imprese come ENI o Finmeccanica, si deve ipotizzare che i soldi per pagarle ci siano, e siano fuori dai bilanci.
Dovrebbe anche sapere che imprese di quelle dimensioni evitano di scivolare su bucce di banane e che quindi la costituzione di fondi neri avviene con trucchi contabili legali.
E qui siamo al punto, l'evasione, quella vera, avviene con espedienti perfettamente legali e se noi ci affidiamo, per combatterla ai banchieri che inventano quei trucchi, o ai commercialisti che li applicano, non ne verremo mai a capo.  
   
 
  

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