Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani (Antonio Gramsci)

martedì 15 gennaio 2013

Prospero Gallinari

Di estrazione contadina e famiglia comunista, aderisce giovanissimo alle Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI) dove milita alla fine degli anni sessanta.
Nel 1973 Gallinari entra nelle BR.
Nel 1974 partecipa al sequestro del Giudice Mario Sossi, poco dopo viene arrestato in modo rocambolesco a Torino insieme ad Alfredo Bonavita.
Resta in carcere fino al 1976, anno in cui riesce ad evadere dal carcere di Treviso. Il 9 giugno di quell'anno, durante il processo al "nucleo storico" nell'aula della Corte d'Assise di Torino, si rende protagonista di uno dei più violenti gesti pubblici delle Brigate Rosse: la lettura del volantino di rivendicazione dell'omicidio del procuratore di Genova Francesco Coco e dei suoi agenti di scorta, avvenuto nel capoluogo ligure il giorno prima. Dal momento dell'evasione fino al nuovo arresto (24 settembre 1979) fa parte della colonna romana delle BR, partecipa con un ruolo di grande rilievo al sequestro di Aldo Moro nel marzo 1978.
L'anno successivo viene arrestato. Al momento dell'arresto Gallinari viene gravemente ferito alla testa dal fuoco di una pattuglia di polizia mentre sta cambiando le targhe a macchine rubate che sarebbero servite per un'azione di lì a poco.
Durante gli anni di prigionia Gallinari non collabora con i magistrati, ma anzi, continua a prendere parte all'analisi politica delle Brigate Rosse.
Nella seconda metà degli anni novanta Gallinari, a causa di gravi motivi legati alla salute (dovuto ai proiettili ricevuti durante l'arresto del 1979), dopo quindici anni di prigione riesce ad ottenere i primi permessi premio.
È morto il 14 gennaio 2013.











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