Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani (Antonio Gramsci)
martedì 16 aprile 2013
i capoclasse
Pensavamo di averla fatta finita nel '68 con la meschina categoria dei capoclasse, squallido residuo di quella ben organizzata gerarchia della mediocrità che fu il fascismo, e naturale cascame della maleodorante ideologia parrocchiale del dopoguerra.
Pensavamo che questi mostriciattoli, spesso ottusi, talvolta odiosi, generalmente viscidi e sempre spioni e servili, fossero diventati antipatici persino alle loro mamme.
Invece no, sono tornati di moda.
Qualche avvisaglia c'era stata, la Gelmini, la Seracchiani e quel babbeo di Firenze che vorrebbe comandare in un partito, perché piace ai sostenitori del partito avversario.
Ma che si arrivasse a portare in Parlamento un intero e numericamente consistente partito di capoclasse, non se l'aspettava nessuno. Grillo, invece, ce l'ha fatta.
La rabbia sociale è finita così nelle mani sbagliate, quelle - per intenderci - di goffi cretinetti che vanno in brodo di giuggiole se gli dai l'incarico di scrivere i cattivi alla lavagna.
Si può obbiettare che i capoclasse, per lo meno, sono onesti e rispettano le regole. Questo significa non conoscere abbastanza la categoria, sono semplicemente dei cacasotto. Prova a garantire l'impunità a un capoclasse, e vedrai cosa ti combina.
In ogni caso questi cittadini che pensano che il Parlamento sia un'assemblea di condominio, solo un po' più grande, potrebbero ingegnarsi a tentare di declinare la dialettica tra onestà e disonestà con un approccio dimensionale che dia ragione della complessità del vivere e non si appiattisca sulla disarmante logica binaria delle risultanze penali.
Hanno sempre in mano la Costituzione, pare che piaccia loro, si documentino, fu scritta da un'assemblea di avanzi di galera.
I rari incensurati eletti alla Costituente, se ne vergognavano, raccontavano di essere stati malati.
Riflettano, dunque i cittadini 5 stelle, alla luce di questo fatto, se essere dalla parte del giusto, in una data epoca storica, corrisponda sempre al rispetto del codice penale, si facciano anche la domanda di riserva: siamo certi che chi ideò le stragi più infami della nostra storia recente, abbia la fedina penale sporca?
Mentre loro riflettono io penso già alla prossima volta che andrò a votare, sempre più convinto che Renato Vallanzasca possa fornire al paese, dal punto di vista delle idee sociali, della cultura e dell'approfondimento psicologico, un contributo di gran lunga migliore di quello che possiamo aspettarci da Roberta Lombardi.
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